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Sulla costa settentrionale della Sicilia, a pochi chilometri da Palermo troviamo la città di Termini Imerese, fondata dai cartaginesi e che nel tempo è stata oggetto di numerosi miti e leggende.
Si narra infatti che la principessa giudaica Salomè, figlia di Erodiade e di Erode Filippo I, follemente innamorata di San Giovanni Battista, rifiutata dal suo amato, per vendicarsi lo fece decapitare dal padre. L’orrendo gesto, tuttavia non le fu di sollievo, infatti da quel momento, le sue orme sul terreno erano piene di sangue e, se si addormentava, le appariva in sogno un uomo decapitato.
Per sfuggire a questa maledizione si recò a Imera, l’attuale Termini Imerese e vi fece erigere una Chiesa per onorare San Giovanni Battista, ma neanche questa pia azione le permise di avere requie, infatti vicino alla chiesa sgorgò una sorgente da cui zampillava sangue.
Distrutta dal pentimento e dal tormento si lasciò annegare nelle acque del fiume ma, si racconta, che ogni 23 di giugno, alla vigilia della festa di San Giovanni Battista ricompaia per sparire nuovamente all’alba del 24 giugno.
La città di Termini Imerese, particolarmente interessante da un punto di vista culturale per le vicine vestigie di Himera e dell’antiquarium ad esse connesso, per le numerose chiese e per i siti archeologici romani, ancora oggi gode dei benefici delle rinomatissime acque termali già utilizzate dai Cartaginesi e dai Romani.
Il porto di Termini Imerese è un porto artificiale protetto da una diga foranea, da un molo di sottoflutto e da un molo a forma di trapezio che separa il bacino acqueo in due. I pontili galleggianti presenti e disponibili per il diporto, oltre che dalla Società Artemar sono gestiti da:
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