Marina di Teulada Verified
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Nota anche con gli pseudonimi di “Città delle 44 Chiese” o “la Perla del Tirreno”, Maratea, con i suoi meravigliosi 32 km di coste, in cui si alternano alte e ripide pareti rocciose di origine vulcanica, a calde e accoglienti calette, è sicuramente una dei più preziosi gioielli del Golfo di Policastro.
La storia di questa meravigliosa località turistica affonda le sue radici nella remota epoca preistorica ed in particolare al Medio Paleolitico; epoca a cui gli archeologi fanno risalire alcuni strumenti in pietra e resti di fauna risalenti al pleistocenico rinvenuti all’interno di alcune grotte che si aprono nel tratto di costa della frazione di Fiumicello.
Mentre non si trovano risultanze, a differenza di quanto avvenuto in territori vicini, di insediamenti greci, a Maratea ed in particolare sull’isolotto di Santo Janni, un piccolo lembo di terra posizionato di fronte alla costa, sono state rinvenute importanti prove della presenza dei Romani. Qui sono emersi, infatti, i resti di alcune vasche deputate alla preparazione del Garum, una salsa prodotta con le interiora di pesce, di cui i Romani erano ghiottissimi.
Le ricerche successive hanno poi permesso di rinvenire nei fondali marini che circondano la piccola isola un gran numero di anfore ed ancore romane che portarono gli storici ad ipotizzare che quel luogo, dai sicuri approdi, fosse particolarmente frequentato.
La caduta dell’Impero romano d’Occidente e le conseguenti invasioni barbariche, accompagnate dalle sempre più frequenti e sanguinose incursioni saracene, spinsero poi, durante l’alto medioevo, gli abitanti della zona a rifugiarsi sulla cima del monte San Biagio dove diedero vita ad un centro urbano inespugnabile, che assunse il nome di Marathìa in cui furono portate le reliquie di San Biagio di Sebaste che, secondo la leggenda, giunsero in quel territorio su una nave Armena che attraccò all’isola di Santo Janni nel 732.
La città, pesantemente fortificata, fino ad assumere la denominazione di “Castello”, nel tempo subì diversi attacchi, prima ad opera del conte Sanseverino di Lauria, alleato degli Aragonesi, nel 1440, e dopo dall’esercito francese di Carlo VIII, nel 1495; ma ambedue le volte la popolazione riuscì a fermare gli invasori. Ci piace ricordare a tale proposito un’antica leggenda per la quale il secondo attacco sarebbe stato bloccato grazie ad un miracoloso intervento di San Biagio che avrebbe svegliato le sentinelle che si erano addormentate colpendole ripetutamente con dei sonori schiaffi.
Lasciata la storia più antica vogliamo ricordare, infine, l’evento più significativo degli ultimi secoli ed al quale, probabilmente, si deve l’attuale assetto della Maratea che tutti conosciamo e possiamo ammirare. Nel 1806 le truppe francesi, nell’ambito della conquista del regno di Napoli, attaccarono in forze “Il Castello” dove si era asserragliata la popolazione locale, fedele ai Borboni. I Marateoti, sotto il comando del Colonnello Alessandro Mandarini, opposero una eroica resistenza ma, dopo alcuni giorni di assedio, dovettero cedere allo strapotere dei francesi che, comunque, riconobbero il valore del popolo e, su espressa richiesta del Colonnello Mandarini, al quale in comandante francese regalo la propria spada in segno di rispetto, fu salvata la vita dei cittadini.
Nella circostanza, però, i francesi distrussero gran parte del castello abbattendone le torri. A seguito di tale evento la popolazione iniziò ad abbandonare l’originario nucleo di Maratea alta, segnandone il definitivo tramonto.
Oggi sulla cima del Monte San Biagio, proprio nei pressi dell’antico insediamento urbano, per volere dell’imprenditore biellese Stefano Rivetti è possibile ammirare un grande monumento al Cristo Redentore progettata da Bruno Innocenti. La statua, realizzata con un impasto di cemento e polvere di marmo di carrara è una delle più grandi d’Italia e misura ben 21,13 metri.
Il Porto turistico di Maratea è l’unico porto del tratto di costa tirrenica della Basilicata. Incastonato nella parte più orientale del golfo di Policastro, tra il promontorio de “La Timpa” e la spiaggia di Filocaio, si distingue dai restanti approdi della zona per gli scenari suggestivi che riesce ad offrire e per la sua particolare bellezza.
Molta della vita del borgo di Maratea si svolge nel porto o intorno ad esso, dove si possono visitare numerosissimi luoghi di interesse storico, artistico e religioso, come la Chiesa della Madonna del Porto Salvo, in onore della quale, ogni anno, vene fatta una processione in mare durante la quale la Madonnina viene portata in barca dalla costa di Maratea fino all’isola di Santo Janni, seguita dalle barche dei pescatori.
Il Porto di Maratea, si compone del molo posto Nord, della lunghezza di circa 270 metri e della forma a gomito, diretto verso Sud/Sud-Est nonché da un molo a Sud di circa 260 metri orientato per WNW/NW. Per aumentare i posti barca, durante il periodo estivo, alla base del molo di sopraflutto viene installato un pontile galleggiante.
Accedendo nella struttura portuale, manovra che preferibilmente andrebbe effettuata durante le ore diurne, mantenendosi a oltre 50 metri dalla testa dei moli di accesso, si consiglia di prestare particolare attenzione al fondale che potrebbe cambiare a seguito di mareggiate. In particolare, nel segnalare che la struttura portuale è ben ridossata rispetto ai venti provenienti dal 1° e 4° quadrante (Ponente, Maestrale, Tramontana, Greco e Levante), che i venti di traversia giungono dal 3° quadrante (Levante, Scirocco e Ostro) e che i venti dominanti risultano Ponente, Libeccio e Ostro, è sconsigliato accedere in caso spiri un forte vento di Libeccio ovvero pro veniente da Ponente.
Una volta ormeggiati nel delizioso porto di Maratea, uno dei centri della vita turistica del borgo in cui si svolgono molte delle manifestazioni culturali e degli spettacoli organizzati nei mesi estivi, si consiglia, per chi desidera conoscere meglio questa fantastica realtà territoriale italiana, di visitare:
Oltre l’arte, la ricchissima costa di Maratea offre numerosissimi luoghi naturalistici da visitare, alcuni raggiungibili preferibilmente via mare, come:
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