Marina di Teulada Verified
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Quartu Sant’Elena, che ha origine come centro agricolo, oggi, oltre a mantenere un’importante produzione vinicola, per la quale ricordiamo la malvasia, è rinomata anche per la lavorazione di gioielli in filigrana d’oro e gli squisiti pani e dolci fatti in casa: candelaus, pabassinas e piricchitus.
La sua costa parte dal litorale del Poetto estendendosi per diversi chilometri ad est del golfo degli Angeli. Percorrendo la costa si incontrano scogliere a picco che si alternano a spiagge sabbiose o di ciottoli.
Chi ormeggia nel meraviglioso Marina di Capitana deve assolutamente visitare Quartu Sant’Elena ed in particolare la basilica di sant’Elena imperatrice, dove è ancora possibile ammirare bellissimi affreschi, pulpito e fonte battesimale risalenti al XVIII secolo e una statua della santa, portata in processione durante la festa patronale (metà settembre). Addentrandosi poi nelle campagne si trova la chiesa Nostra Signora del buon Cammino, con colonne di età romana e ben 38 siti nuragici: il principale è il nuraghe Diana, con una torre principale e due minori collegate da cortine murarie.
La leggenda vuole che il toponimo della località in cui sorge il porto risalga ai tempi della Battaglia di Lepanto, quando su queste coste esisteva un piccolo villaggio di pastori e pescatori, devoto ad una donna bellissima e potente, che tutti chiamavano “la Capitana”. Questa, rapita da un pirata, diventò non sua schiava, ma sua moglie, compagna di vita e di avventure. Tra i due esisteva un amore forte, capace di superare il tempo e le distanze che spesso li costringevano a salutarsi.
Infatti il pirata, convinto che le scorrerie per mare potessero a lungo rivelarsi pericolose per una fanciulla, lasciava spesso la sua compagna a custodia del villaggio, sapendo che comunque tutti l’avrebbero amata e rispettata. Quando il marito partiva la fanciulla comandava il villaggio, gestendo le attività agricole e riscuotendo le tasse dei suoi abitanti. Poi, la sera, si sedeva su uno scoglio e guardava verso il mare, scrutando l’orizzonte in attesa di veder comparire la sagoma della nave all’orizzonte; ed ogni volta che la scorgeva, il suo cuore esplodeva di gioia.
Una brutta mattina il pirata, richiamato all’improvviso da una missione di soccorso ad una nave alleata, braccata dalle flotte spagnole, salpò guardando la sua amata fino al momento in cui non vide più la costa all’orizzonte. Questa volta però il destino fu beffardo e crudele: la nave fu colta da una tempesta che distrusse la nave. Prima di essere inghiottito dai flutti il pirata pensò ancora una volta al suo amore che non avrebbe più stretto tra le braccia e la Capitana, a sua volta, non perse mai la speranza di rivedere il suo amore lontano, continuando a guardare l’orizzonte, in attesa di un segnale.
Si narra che ancora oggi la Capitana attenda in silenzio il suo pirata, con i capelli al vento e che nelle sere d’estate, quando soffia il vento e le onde percuotono la scogliera, passeggiando lungo la baia è possibile sentire il pianto della Capitana che si confonde nel rumore del mare in tempesta, evocando l’amarezza per qualcosa che, forse, non tornerà più.
Qualunque sia l’origine del toponimo della località possiamo asserire che La Capitana è sicuramente amore e rispetto per il mare e le attività marinare come si può apprezzare entrando nella meravigliosa marina. Questa, che si trova sulla costa sud-orientale del Golfo di Cagliari, 6,5 M ad est di Capo S. Elia, dista soli 20 minuti da Cagliari e 30 minuti dal aeroporto di Elmas, costituisce è la base ideale per conoscere la costa sud-orientale della Sardegna, una delle più affascinanti dell’intera isola.
Il Marina di Capitana, con la sua imboccatura rivolta ad Ovest, risulta protetto ad Est da un lungo molo di sopraflutto che si piega a gomito e ad Ovest da un molo di sottoflutto perpendicolare alla costa. Il bacino portuale, completamente banchinato, si divide in due grandi darsene di cui una, quella più esterna è riservata alle imbarcazioni di maggiori dimensioni, mentre quelle minori possono ormeggiare nei tre pontili della darsena interna.
Per chi ama la natura, gli sport, il divertimento ed un po’ di adrenalina, si segnalano:
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