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Tutti noi abbiamo avuto modo di ammirare, almeno una volta, il meraviglioso lungomare di Donnalucata, immortalato in modo magistrale in numerosi episodi di “Il Commissario Montalbano”, uno degli sceneggiati più amati e seguiti dagli italiani.
Forse il più popoloso borgo del Comune di Scicli, Donnalucata, adagiata a circa 10 metri sul livello del mare, ha origini antichissime. Il suo toponimo viene collegato a due leggende: alcuni lo ricollegano alla fonte di acqua dolce, ancora oggi presente nella spiaggia di Micenci, che avrebbe emesso l’acqua solo cinque volte al giorno, proprio in corrispondenza degli orari di preghiera dei musulmani e per questo il nome deriverebbe dall’espressione araba Ayn-Al-Awqat che significa “Fonte a ore”, mentre altri lo ricollegano ad una miracolosa apparizione della Madonna risalente al 1091.
All’epoca, infatti, la Sicilia era dominata dagli arabi che non costituirono mai uno stato unitario, ma divisero il territorio affidandolo ai dei “governatori” locali chiamati Kaid. Nel 1060 circa, a causa di una violenta contesa tra il Kaid di Catania e quello di Agrigento, furono chiamati in aiuto dei siciliani i Normanni che, alla guida Roberto il Guiscardo e da Ruggero d’Altavilla in un quarto di secolo riconquistarono quasi completamente le coste siciliane.
Si narra che durante questi scontri, in occasione di uno sbarco di saraceni sulle coste di Donnalucata avvenuto nel 1091, i siciliani, benché coraggiosamente accorsi per difendere il loro territorio, visto il predominante numero dei saraceni, si siano sdraiati con la faccia a terra, invocando l’aiuto divino. Dopo poco, avvolta da un bagliore accecante, apparve la Madonna, Maria Santissima delle Milizie, su un cavallo bianco. Incoraggiati dall’aiuto divino gli sciclitani si rialzarono per combattere, potendo così scoprire che, nel frattempo, era giunto in loro aiuto l’imponente esercito normanno, guidato dal barone Ruggero d’Altavilla, con l’ausilio del quale sbaragliarono le forze saracene guidate dall’Emiro Belcane. E da questo episodio deriverebbe il nome di Donnalucata ossia donna illuminata.
Se ormeggiando si desiderasse visitare la chiesetta annessa al convento di Donnalucata si potrà ammirare il dipinto che immortala la Vergine guerriera ed osservare una roccia venerata dalla popolazione locale che, ritrovata nelle campagne circostanti, avrebbe impressa l’orma dello zoccolo del cavallo di Maria Santissima delle Milizie.
Poco distante da Donnalucata, poi, è possibile visitare la splendida città di Scicli che dopo il periodo della dominazione araba, conquistata dai normanni nel 1091, fu sottoposta alla signoria degli Svevi, degli Aragonesi e infine dei Borboni, che vi regnano fino all’unità d’Italia. Nel XV la zona fu colpita da due eventi catastrofici, prima la peste e poi un disastroso terremoto che la distrussero quasi completamente per essere ricostruita nel meraviglioso stile barocco siciliano ammirabile tuttora.
Tornando a Donnalucata, troviamo il primo approdo ibleo risalente alla metà dell’Ottocento, un porticciolo, costituito da un moletto di sopraflutto che si estende per circa 150 metri (con due colonne d’ormeggio) e da un molo di sottoflutto sulla cui parte iniziale è possibile ormeggiare le imbarcazioni da diporto.
L’accesso al porto è continuo ed il pescaggio massimo per le unità da diporto e di metri 0,40.
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