Nello Stretto di Messina record mondiale di rifiuti su un fondale”: lo studio di un gruppo internazionale con Ispra

Secondo i ricercatori la quantità di spazzatura in mare è destinata ad aumentare: “Entro i prossimi 30 anni il volume dei rifiuti marini potrà superare i tre miliardi di tonnellate”. Tra i materiali maggiormente presenti: plastiche, metalli, vetro, ceramica, attrezzature da pesca, tessuti e carta Lo Stretto di Messina è il tratto di mare al mondo con più rifiuti sul fondale. La densità di spazzatura, in alcuni punti, supera il milione per chilometro quadrato secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’Università di Barcellona. I rifiuti stanno aumentando nei fondali marini di tutto il mondo, tanto che, secondo i ricercatori, in alcuni casi la loro quantità sarebbe paragonabile a quella delle grandi discariche presenti sulla terra ferma. Un trend che sembra destinato a continuare: entro i prossimi 30 anni, si legge nello studio, il volume dei rifiuti marini potrà superare i tre miliardi di tonnellate. Nonostante gli sforzi della comunità scientifica, “la diffusione dei rifiuti nei nostri mari e oceani non è ancora pienamente conosciuta”, spiega Miquel Canals dell’Università di Barcellona.
Lo studio, che registra il record in negativo per i fondali dello Stretto di Messina, è stato condotto dall’università di Barcellona in collaborazione con il Joint Research Centre (Jrc) della Commissione europea e vede coinvolti diversi enti italiani, come l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra), la Stazione Zoologica Anton Dohrn, l’Università di Cagliari e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs). Secondo i ricercatori tra i materiali più abbondanti ci sono plastiche, metalli, vetro, ceramica, attrezzature da pesca, tessuti e carta. “Le regioni marine più colpite sono quelle circondate da terre o semi chiuse, i fondali vicino la costa, le aree prossime allo sbocco di grandi fiumi e quelle dove c’è un’intensa attività di pesca, anche lontane dalla terra”, aggiunge Canals. Nel Mediterraneo – aggiunge Canals – la spazzatura sui fondali “è già un serio problema ecologico”. In alcuni luoghi della costa catalana “ci sono grandi accumuli. Quando ci sono forti tempeste, come la tempesta Gloria del gennaio 2020, le onde riportano i rifiuti sulla spiaggia. Alcune spiagge sono state letteralmente ricoperte”.

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