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Terracina, capitale dei Volsci e chiamata Anxur dal nome del Dio protettore, sorge nella parte più interna dell’insenatura fra il Promontorio del Circeo e il Monte Orlando, alla base dei Monti Ausoni. Si compone di due nuclei, quello più antico, adagiato sul pendio del colle ed uno più moderno disteso in piano sino al mare.
Le origini della città e del suo toponimo sono estremamente incerte e legate a diverse leggende e tradizioni. Secondo lo storico e scrittore greco, vissuto nel I secolo a.C., Dionigi di Alicarnasso, un gruppo di Spartani, guidati da un personaggio chiamato Phalanthus, sarebbe giunto nella regione del Lazio e avrebbe fondato un insediamento che in seguito sarebbe diventato Terracina. Seguendo questo folcloristico racconto, che tuttavia non trova alcun elemento di riscontro documentale, anche perché Dionigi nelle sue opere era solito incorporare elementi mitologici e leggendari, il nome deriverebbe proprio dalle usanze di questa popolazione Greca che, per tradizione, faceva cenare i propri ospiti sulla nuda terra invece che su una tavola imbandita e, da qui, il nome della cittadina Terra – cena (Ταρρακινή in greco), poi divenuto Tarracina.
Un’altra leggenda, legata all’opera di Virgilio, vorrebbe che, dopo la caduta della città di Troia Enea, uno dei principali eroi, riuscì a fuggire insieme al padre Anchise e ad un gruppo di suoi seguaci. Questi, dopo una serie di avventure e peregrinazioni, giunsero sulla costa occidentale dell’Italia trovando una terra ospitale nella regione del Lazio, dove fondarono numerose città, tra cui proprio Terracina.
La storia tuttavia racconta che la città di Terracina sia stata fondata nel VI sec. a.C. dai Romani, per essere poi occupata dai Volsci nel VI secolo a.C., che le attribuirono il nome di Anxur, in nome del loro Dio protettore. Riconquistata dai Romani nel 406 a.C., acquisì il suo massimo splendore durante l’era imperiale, quando l’imperatore Traiano, vista la straordinaria implementazione dei traffici marittimi, dovuta anche al congiungimento della via Appia che, partendo dalla Capitale raggiungeva la città di Capua, passando appunto da Terracina, ordinò l’ampliamento del porto.
Numerosissime sono le vestigie di questo glorioso passato della città, tra cui si consiglia di visitare:
Terracina, oltre all’omonimo Porto, dispone di ben altre due strutture recettive per le imbarcazioni, il canale denominato Foce Sisto e Porto Badino. Quest’ultimo, più ampio del primo, offre complessivamente circa 800 posti barca gestiti da varie società private:
1) Nautica Mori – v. Cristoforo Colombo, 14 – 04019 Porto Badino (LT), tel./fax 0773.727257;
2) Nautiland – via Passerelle – 04019 Porto Badino (LT) – tel.: +39 0773 730660 +39 0773 730299 +39 329 4706347 – email: info@nautiland.org – www.nautiland.org;
3) Nautica Ricchi – Porto Badino – 04019 Terracina (LT) – tel.: 0773.730725 – fax 0773.733135 e-mail: ricchimarine@tin.it;
4) Nautica Badino srl – strada statale 148 v. Pontina Km 105,700 – 04019 Porto Badino (LT) tel.: 0773.764877 – fax: 0773.764559 – email: info@nauticabadino.it;
5) Filonautica srl – v. Mediana, Km 3.200 – tel. 0773.730025.
6) L’Oasi della Nautica – Via Passerelle e Via Ceccaccio snc – tel. 0773.730025, loasidellanautica@gmail.com.
Accedendo nel Canale di Porto Badino si segnala la necessità di prestare particolare cura ad alcuni scogli posti alla sinistra del canale e di procedere ad un’andatura particolarmente moderata.
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