Marina di Teulada Verified
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Palinuro, la frazione forse più nota del Comune di Centola (SA), è una meta turistica rinomatissima per il suo fantastico mare cristallino e l’incantevole bellezza paesaggistica. Questa località, peraltro, attira molti ragazzi per la bella movida resa piacevole dai numerosi locali e discoteche.
Il nome di questo meraviglioso borgo affonda le sue radici negli antichi miti greci. Già all’epoca della colonizzazione greca, infatti, la zona era famosa per la pericolosità dei suoi venti e correnti, da qui il nome “Palinouros” che in greco antico vuol dire “vento contrario”. Ma gli aspetti mitologici sull’origine del toponimo Palinuro non si fermano qui. Il Vate Virgilio, infatti, lega a questo meraviglioso territorio, di cui era profondamente appassionato, il mito del nocchiero di Enea, appunto Palinuro. Nell’Eneide si legge, infatti, che mentre Palinuro era al timone per condurre la flotta di Enea verso il Lazio, tradito dal dio Sonno, di notte cadde in mare e, benché riuscì a raggiungere la costa a nuoto fu ucciso dagli indigeni. Per placare l’animo dell’eroe troiano, che desiderava assicurare una degna sepoltura per far riposare in pace il suo amico e nocchiero, la Sibilla gli predisse che gli assassini del suo nocchiero avrebbero eretto un monumento funerario a lui dedicato e che quel luogo avrebbe per sempre portato il nome di Palinuro.
Miti e leggende a parte l’area risulta essere stata abitata sin dal VI secolo a.C., come sembrerebbe testimoniare la necropoli arcaica risalente a quell’epoca e rinvenuta intorno al 1950 nel corso di alcuni scavi archeologici effettuati in località San Paolo. Non si hanno invece testimonianze dell’epoca romana, benché gli studiosi siano piuttosto concordi sul fatto che sicuramente il promontorio di Palinuro, grazie alle proprie favorevoli caratteristiche difensive, sia stato probabilmente utilizzato come riparo dalle navi sia commerciali che militari dell’antica Roma.
Sappiamo per certo, però, che nell’XI secolo i Normanni fecero erigere delle fortificazioni nell’area per difendere il territorio dai Longobardi e che il sistema difensivo prevedeva anche una possente rocca della quale ancora si possono osservare i resti.
Tali fortificazioni, tuttavia, non riuscirono a risparmiare la popolazione locale dai continui assalti dei pirati saraceni che imperversavano in zona e che, l’11 giugno 1464, sferrarono un attacco letale alla città di Molpa, distante solo un chilometro dal promontorio di Palinuro, distruggendola completamente e facendo schiava la popolazione locale.
Proprio a seguito della distruzione di Molpa iniziò a svilupparsi l’attuale centro urbano ed abitativo di Palinuro che diventerà, poi, l’apprezzatissima località turistica che oggi possiamo ammirare.
Amatissima da chi apprezza gli sport all’aria aperta, offrendo numerosissimi percorsi di trekking lungo i quali possibile apprezzare dei panorami straordinari, è anche meta di molti appassionati di immersioni subacquee, attratti dalla possibilità di visitare le stupefacenti grotte sommerse che si susseguono nei fondali del promontorio.
Meraviglioso appare anche il porto di Palinuro, incastonato nel superlativo contesto territoriale che si contraddistingue per sconvolgente bellezza della costa che lo circonda. La struttura portuale, fiore all’occhiello della costa cilentana, è stato ricavato all’interno di un’insenatura sita nella parte Nord di Capo Palinuro e risulta delimitato da una banchina della lunghezza approssimativa di 190 metri, nonché da un molo di 160 metri circa.
Si segnala che circa 28 m della banchina occidentale sono in concessione alla cooperativa Porto Palinuro, mentre i diportisti in transito hanno a disposizione circa 56 metri di banchina, ove è consentita, però, una sosta massima di 4 giorni. All’interno del bacino acque è comunque possibile ormeggiare sia in banchina, che ai gavitelli. Il porto risulta ben ridossato rispetto allo Scirocco, mentre i venti dominanti provengono dal IV settore ed abbiamo il vento di levante come vento di traversia.
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