Marina di Teulada Verificato
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Lungo il Canale di Sicilia, incastonata quasi al centro dell’omonimo Golfo, troviamo la città di Gela, fondata durante il primo periodo della colonizzazione greca.
Questo borgo marinaro, dotato di un litorale di trenta chilometri connotato da ampie spiagge colore della paglia e di un mare cristallino, vanta anche un immenso patrimonio archeologico che testimonia il suo glorioso passato.
Benchè sembra che sia stata fondata nell’VIII secolo a.C., da un gruppo di coloni della città di Lindo, acquisendo il nome di Lindioi, le prime notizie certe della sua nascita con l’attuale toponimo di Gela, dovuto all’omonimo fiume che scorreva nelle sue vicinanze, sono dell’anno 688 a.C.
Città di valorosi uomini, fin dalla sua fondazione fu al centro di violenti scontri con le popolazioni indigene della zona ed in particolare con i sicani dei quali conquistò la città di Onface, un insediamento poco distante, acquisendo, come bottino di guerra, anche una statua che si narra fosse stata scolpita dal famoso scultore greco Dedalo.
Nei secoli successivi alla sua fondazione i tiranni che si succedettero al governo della città svilupparono un’aggressiva politica espansionistica che portò la comunità gelese a primeggiare sull’isola siciliana, riuscendo a sottomettere una serie di importanti città trasformate in proprie colonie satellite, fra cui, le più rinomate sono: Akragas (Agrigento), Kallipolis (secondo alcuni l’odierna Giarre), Leontini (Lentini), Naxos (Giardini-Naxos) e Zancle (Messina).
Nel tempo i gelesi si scontrarono anche con Siracusa, riuscendo ad acquisire anche la città la sua colonia Camarina e si scontrarono con i cartaginesi che, nel 406, conquistarono Agrigento e distrussero completamente Gela, ricostruita pochi anni dopo grazie all’aiuto dei siracusani.
La città tuttavia fu nuovamente devastata dai cartaginesi dopo circa 50 anni e, successivamente, nel 282, occupata dalla popolazione di origine campana dei mamertini che la distrussero definitivamente.
I fasti del passato non tornarono né durante l’occupazione romana, sebbene scrittori come Cicerone e Plinio ne ricordarono le gesta, né durante l’occupazione musulmana, che tuttavia la indicò come la “Città delle colonne” per l’elevatissimo patrimonio archeologico presente sul suo territorio.
Ormeggiando a Gela sono da visitare i diversi siti archeologici presenti sul suo territorio, ma soprattutto, se si vuole ammirare qualcosa di unico, si consiglia di recarsi a vedere il “Solstitium”, la pietra calendario, risalente a circa 4000 anni fa. Si tratta di un megalite forato dagli uomini in era preistorica che si ritiene fosse utilizzato per misurare il tempo e le stagioni tramite i movimenti astrali osservati attraverso il foro.
Infine per godere di un po’ di relax circondati dal trasparente mare gelese, ricordiamo la spiaggia di Manfria, che, circondata da una natura incontaminata, si apre alla base di un promontorio protetto da un’antica torre di avvistamento, offrendo uno spettacolo meraviglioso.
La città di Gela dispone di un porto-rifugio, posizionato ad Est di Capo Soprano, che si compone di due moli e da una banchina di riva. Dalla metà circa della parte interna del molo di levante parte un molo di ridosso banchinato e orientato per NW. Poiché l’imboccatura del porto è soggetta a interramento frequente l’ingresso è consigliato solo in ore diurne e con condizioni meteo favorevoli.
All’interno dello specchio acque del porto sono presenti quattro pontili galleggianti per l’ormeggio delle unità da diporto di cui 3 riservati ai soci delle cooperative che li gestiscono, ed 1, posizionato lungo il molo interno, ad uso pubblico.
I moli sono gestiti da:
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